Lavorare: non solo per denaro

Lavorare: non solo per denaro

La situazione emergenziale, che ha radicalmente modificato le nostre abitudini, ha messo in luce la necessità di riflettere sul senso del lavoro. Se ci chiedessimo perché lavoriamo, la prima risposta sarebbe la sussistenza, ottenuta attraverso una retribuzione in denaro. Eppure in questi mesi, seppur continuando a lavorare con ridotti contatti personali, tanti si sono sentiti mancare qualcosa, riscoprendosi pigri e talvolta poco motivati; il denaro si è rivelato insufficiente a soddisfare le esigenze dei lavoratori, mostrando che non si lavora solo per guadagnare.

Lavorare permette di esprimere sé stessi, applicandosi in un’attività che riflette le inclinazioni individuali e permette di crescere. Nel processo produttivo l’uomo crea qualcosa che riconosce come frutto del proprio lavoro e questo genera in lui soddisfazione e autostima, spesso alimentate dall’approvazione ricevuta nell’ambiente circostante. Applicarsi in un’attività, specialmente se questa richiede un contributo personale e non si riduce ad una mera ripetizione meccanica, motiva il lavoratore, che dà senso al proprio lavoro e a sé stesso.

Il prodotto del lavoro influisce, direttamente o indirettamente, sulla vita degli altri: dall’artigiano all’assicuratore, ciascuno produce un bene o un servizio di cui altri usufruiranno. Il lavoro è un mezzo che crea relazioni, su cui si costruisce l’intera società. Lavorare per gli altri e con gli altri costituisce un’occasione di crescita: attraverso il riscontro ricevuto, soprattutto se positivo, si comprende la qualità del proprio lavoro, cui conseguono la soddisfazione personale e l’aumento della motivazione. Più aumenta la specializzazione degli impieghi, maggiori sono le relazioni di dipendenza tra gli individui, basate sulla necessità di un bene prodotto dal lavoro di un altro. Il lavoro permette di uscire dalla ristretta cerchia familiare, interagendo con un numero più o meno elevato di persone, che arricchiscono in vario modo la nostra vita.

L’ambiente lavorativo permette la creazione di relazioni stabili: è un microcosmo nel quale si intrecciano, anche per lunghi periodi, le vite di ognuno. Sui luoghi di lavoro (fisici o virtuali), dove si trascorre la maggior parte della giornata, è importante che si creino dinamiche positive, basate sulla collaborazione, sulla gratificazione e sull’attenzione alla persona, prima che al lavoratore. Questi fattori contribuiscono al miglioramento della qualità del lavoro, che ha alla base la motivazione e lo stimolo di ogni membro verso il proprio compito. Creare un clima attento alle esigenze delle persone, che fissi obiettivi comuni e ricompensi per il loro conseguimento, genera soddisfazione e desiderio di miglioramento, a cui conseguono il consolidarsi dei rapporti e, da ultimo, anche la crescita del bilancio aziendale.

(a cura di Roberto Restelli)


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